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Carlo V e La Frittata dalle Mille Uova

La rievocazione storica dell’accoglienza dei monaci certosini all’Imperatore Carlo V nel 1535

La manifestazione, organizzata ogni anno nella seconda settimana di Agosto a Padula, trae la sua origine da un episodio che fu riferito per la prima volta nel 1640 dal sacerdote scrittore Camillo Tutini: Carlo V, dopo aver sconfitto il 4 luglio 1535, a Tunisi, in una cruenta battaglia l’ammiraglio ottomano Khayr al-Din (detto Barbarossa), sbarcò in Italia a Reggio Calabria, acclamato dal popolo. Lungo la via del ritorno fece varie tappe, giungendo il 10 agosto 1535 a Padula, dove decise di sostare presso la Certosa di San Lorenzo.

L’accoglienza dei monaci fu tale che l’Imperatore si fermò per due giorni, accompagnato dal suo intero esercito. Carlo V, per rispetto alla regola dei certosini, impose ai suoi uomini di non mangiare carne ed egli stesso si adeguò alla severa regola. L’Imperatore rifiutò, inoltre, ogni comodità offertagli dai monaci, adeguandosi alla vita monastica decidendo di dormire in una umile cella, concedendosi il solo agio di sostituire il pagliericcio con un materasso e le lenzuola di lana con quelle di lino.

Durante questo soggiorno, i monaci si prodigarono per offrire agli ospiti una “pantagruelica imbandigione”, degna di un illustre sovrano. Tra le tante pietanze, fu preparata nella cucina del monastero la leggendaria “frittata delle mille uova”, per sfamare l’intero esercito.

Carlo, lusingato dalla maestria del cuoco e dall’ospitalità ricevuta, ricambiò le gentilezze della comunità monastica di Padula assegnando loro ulteriori privilegi.

La manifestazione prevede la realizzazione, nella corte esterna della Certosa di San Lorenzo, della mega-frittata che sarà poi offerta a tutti coloro che parteciperanno ai festeggiamenti.

Per poter realizzare questa impresa da Guinness dei primati è stato realizzato un ingegnoso congegno meccanico, con contrappesi e tiranti che può con facilità alzare, abbassare e girare l’enorme padella in acciaio.